venerdì 22 novembre 2013

Stabilità e stadi

Grande colata Nella legge di stabilità viene inserita una normativa che riguarda la costruzione di nuovi stadi o il rinnovamento degli stessi. Oltre a prevedere un iter burocratico semplificato e con tempi di attuazione molto brevi, contiene la possibilità di realizzare nuovi quartieri ed edifici nelle aree connesse con lo stadio, anche non contigue con esso. L'intervento "può prevedere uno o più impianti sportivi o interventi urbanistici, entrambi di qualunque ambito o destinazione, anche non contigui agli impianti sportivi...". La costruzione degli edifici a uso diverso da quello sportivo deve risultare "funzionale al raggiungimento del complessivo equilibrio economico-finanziario dell'intervento e concorrente alla valorizzazione in termini sociali, occupazionali ed economici del territorio di riferimento".


Insomma, quanto accaduto appena due giorni fa in Sardegna non ha avuto la capacità di produrre una attenta e profonda riflessione sull'utilizzo del territorio, sempre visto come oggetto da sfruttare ai fini di un presunto fattore di crescita economica, né interrompe la fuoriuscita di denaro pubblico verso progetti che, ancora una volta, non hanno attinenza con la messa in sicurezza dal rischio idrogeologico. Semmai, stanziare risorse economiche oltre che semplificare (per alcuni privilegiati, è il caso di dire) le procedure autorizzative per il rilascio delle concessioni, mi appare come un ulteriore sgarbo nei confronti di cittadini e professionisti che, ogni giorno, lottano contro la burocrazia e la lentezza degli uffici tecnici. 

Nessun commento: