martedì 1 dicembre 2009

Requisiti sensoriali per la bioarchitettura

Gli spazi abitati devono rimandarci il senso del tempo che scorre; le stanze non possono essere delle scatole che ci isolano completamente dalla natura e dal mondo circostante. Devo poter percepire che il sole forma un arco ideale, accompagnandomi, riscaldandomi, illuminandomi durante la giornata; devo poter percepire che l’ombra proiettata da un arredo varia le sue forme e le sue dimensioni nelle diverse ore del giorno e nelle stagioni che si susseguono. I nostri sensi devono poter cogliere la differenza che passa tra una brezza estiva, un venticello primaverile e un grecale. La temperatura interna degli ambienti non dovrebbe essere troppo in contrasto con l’esterno; non posso ingannare e stressare il mio organismo al punto di ri-creare l’estate o l’inverno quando le condizioni climatiche esterne sono del tutto diverse. Esiste invece una zona di benessere psicofisico, accertata da studi, che stiamo contattando sempre di meno perché le case, gli uffici, i luoghi di vita non vengono progettati e costruiti per soddisfare queste condizioni di benessere ma il profitto e la forma. Riceviamo costantemente degli inganni percettivi e poco per volta ci stiamo abituando a nuove stimolazioni, a nuovi stili di vita. Stili di vita che, oltretutto, fanno uso massiccio delle risorse energetiche del pianeta. Senza entrare nel dettaglio e perdersi, magari, nel cercare di trovare una logica a tutto quanto accaduto, concentriamo la nostra attenzione su alcuni requisiti ai quali dovrebbero rispondere e conformarsi gli spazi abitati aventi qualità bio-eco-logiche. Dalla osservazione e dallo studio dei fenomeni della natura possiamo estrarre delle indicazioni bio-eco-logiche che possiamo trasferire nel conformare i nostri ambienti di vita. Un requisito fondamentale è l’orientamento e la dislocazione degli spazi. Accertato che i raggi solari, in questo emisfero, illuminano prevalentemente le facciate esposte a sud mentre compiono il percorso quotidiano lungo l’asse est-ovest, possiamo trarre come indicazione fondamentale che esiste una corrispondenza bio-eco-logica nel posizionare gli ambienti di vita verso il sole, lungo il percorso del sole. L’illuminazione oltretutto è accompagnata da un apporto energetico (calore, riscaldamento) che crea le condizioni tali affinché si realizzi il proliferare della vita degli organismi. Il sole quindi illumina, riscalda, vivifica. Occorre poi distinguere tra ambienti pubblici (in una casa il soggiorno o la zona pranzo) e ambienti privati (le camere da letto). I primi sarebbe preferibile orientarli verso sud, verso la luce piena del giorno, oppure verso sud-ovest, ovvero il sole del pomeriggio o del tramonto. I secondi, invece, se possibile meglio orientarli verso est, sud-est dove intercettano i raggi del mattino e avvisano il nostro organismo che la natura si sta risvegliando. Dove occorre invece il massimo della protezione è sul lato nord delle costruzioni, il lato più in ombra per la maggior parte dell’anno (in estate sia al mattino che al tramonto una breve illuminazione riesce ad ottenerla). Attualmente assistiamo ad una modificazione e ad una alterazione dei bio-ritmi naturali dato che passiamo buona parte del tempo in ambienti che “propongono” climi, illuminazioni, suoni e, in genere, condizioni artificiali non propriamente bio-eco-logiche.


architetto G.A.Lagozino

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